- BY ISSIMO
- Aprile 28, 2023
Un omaggio al pomodoro, re della cucina italiana

Se chiediamo a qualsiasi italiano di aprire la credenza o il frigorifero, è probabile che i pomodori occupino il posto centrale in entrambi gli spazi, sia nella sua forma naturale, sia nelle versioni essiccate al sole o in scatola. È difficile immaginare la cucina italiana senza questo succulento frutto rosso, che con il suo aroma acidulo e il suo sapore aspro riempie le nostre cucine e delizia i nostri palati.
Il pomodoro è la quintessenza del Bel Paese, come la pizza, la pasta e la bruschetta – tutti piatti che, guarda caso, prevedono spesso l’uso di questo prezioso ingrediente – ma anche il simbolo dell’estate e dei pasti semplici all’aperto. L’orto italiano non sarebbe lo stesso senza i pomodori.
Questo ci ha fatto pensare: e se potessimo catturare l’essenza dei pomodori e dei loro compagni più fidati – erbe aromatiche, un pizzico di basilico – in una candela? Quanto sarebbero più fresche, soleggiate e profumate le nostre case se sfruttassimo il profumo dell’orto italiano?
La nostra candela L’Orto Italiano ISSIMO x Byredo risponde a queste domande. Frutto dell’amore di Marie-Louise Sciò, CEO e direttore creativo del Gruppo Pellicano Hotels, e di Ben Gorham, Fondatore e Direttore Creativo dell’azienda svedese di profumi, questo articolo per la casa in edizione limitata racconta una storia olfattiva che ci trasporta in un orto italiano, con note verdi, aromatiche ed estive.
Ma torniamo all’umile pomodoro. Come mai l’Italia se ne è innamorata? Continua a leggere per scoprirlo.
Un ingrediente che viene da lontano
Molti non sanno che il pomodoro è stato importato dall’America.
Prima che fosse introdotto in Europa, la cucina italiana era costituita prevalentemente da piatti di pasta con salse semplici, ed è stato solo nel XVI secolo che questo succoso frutto (sì, è un frutto!) ha attraversato l’oceano.
Gli italiani, tuttavia, non lo hanno accolto immediatamente. Il colore vivace del pomodoro incuteva sospetto e persino timore, infatti le persone pensavano che fosse velenoso piuttosto che delizioso. Fu solo nel 1694 che venne pubblicata nel Bel Paese la prima ricetta che prevedeva l’uso del pomodoro – ad opera dello chef napoletano Antonio Latini nel suo libro “Lo Scalco alla Moderna” – ma fu solo alla fine del XIX secolo che questo semplice ingrediente iniziò a farsi strada nelle cucine italiane al di fuori di Napoli.
Dopo, non siamo più tornati indietro. La versatilità e il sapore del pomodoro hanno conquistato rapidamente i cuori dei cuochi e dei commensali italiani, che iniziarono a usarlo per qualsiasi cosa, dalla pasta agli stufati, fino alle conserve. Nel giugno del 1889, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito inventò un piatto chiamato “pizza Margherita” in onore dell’allora regina d’Italia Margherita di Savoia e dell’unificazione italiana, decise di introdurre proprio il pomodoro, insieme alla mozzarella e al basilico nella sua creazione culinaria,ispirandosi chiaramente ai colori della nostra bandiera nazionale.
Un tempo considerato pericoloso, il pomodoro è diventato l’ingrediente più rappresentativo dell’Italia, oltre che il cuore e l’anima della nostra agricoltura.
Un frutto unico, una miriade di varianti
L’Italia si è rivelata il paese ideale grazie al suo clima perfetto per la coltivazione del pomodoro, e difatti gli agricoltori italiani hanno scoperto rapidamente che questo frutto prosperava nei loro terreni. Ben presto le coltivazioni di pomodori si diffusero in tutto il Paese e si iniziò a produrre una varietà di pomodori diversi: il piccolo e dolce pachino in Sicilia, il grande e succoso cuore di bue in Liguria,, il lungo e perfettamente equilibrato San Marzano in Campania – solo per citarne alcuni.
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, quando l’industria agricola italiana subì una profonda trasformazione con l’introduzione di tecniche agricole meccanizzate e di tecnologie moderne come i sistemi di irrigazione e la conservazione refrigerata, la produzione di pomodori ha subito una vera e propria rivoluzione.
Gli agricoltori italiani furono improvvisamente in grado di produrre grandi quantità, che iniziò a essere inscatolato ed esportato in tutto il mondo, rendendo il pomodoro accessibile a tutti, indipendentemente dal luogo o dalla stagione.
L’inscatolamento ha anche dato il via a un nuovo capitolo della cucina italiana stessa. Ricette come la classica salsa di pomodoro della celebre cuoca Marcella Hazan e piatti come le lasagne, la parmigiana e persino la pizza sono nati proprio grazie ai pomodori pelati e alla passata.
È difficile immaginare la cucina italiana senza, così come è difficile immaginare un’insalata senza pomodori freschi tagliati.
Quindi, la prossima volta che ti siedi a gustare un piatto di spaghetti al pomodoro o una fetta di pizza, dedica un momento ad apprezzare l’umile pomodoro.. Ha fatto molta strada fino a diventare uno dei nostri ingredienti più stellari.
Guida rapida ai pomodori italiani
San Marzano: i pomodori San Marzano sono considerati il gold standard quando si parla di pomodori italiani. Sono famosi per il loro sapore dolce, la bassa acidità e la polpa densa. Spesso vengono utilizzati per preparare salse e sono ottimi per le conserve.
Pomodoro di Pachino: vengono coltivati nella regione di Pachino, in Sicilia, e sono noti per il loro colore rosso vivo e la polpa succosa e dolce. Sono spesso utilizzati nelle insalate e come condimento per la pizza.
Costoluto Fiorentino: questo pomodoro è uno dei preferiti in Toscana ed è noto per le sue grandi dimensioni e la sua forma costoluta. Ha una consistenza carnosa e un sapore leggermente aspro, che lo rende perfetto per salse e zuppe.
Cuore di bue: come dice il suo nome, questo pomodoro ha la forma di un cuore ed è noto per il suo sapore dolce e carnoso. Viene spesso utilizzato nelle insalate e nei panini.
Piennolo del Vesuvio: questi piccoli pomodori di forma ovale sono coltivati alle pendici del Vesuvio e sono noti per il loro sapore intenso e la lunga durata di conservazione. Sono spesso utilizzati in piatti a base di pasta e salse.
Marinda: originaria della Sardegna, il marinda è noto per il suo sapore dolce e la sua bassa acidità. Viene spesso utilizzato nelle insalate e come guarnizione per le bruschette.