- BY ISSIMO
- Settembre 29, 2023
La sartoria su misura può anche non essere così in voga come nei decenni passati, ma a Roma sta spopolando. Camminando per le strade lastricate della Città Eterna, è possibile trovare ancora un manipolo di maestri sarti che curano meticolosamente ogni singolo punto, ogni piega e ogni sagoma per realizzare capi che non sono semplici abiti, ma squisite espressioni di individualità.
Un esempio? Le Tre Sarte, un marchio indipendente made to order che ha preservato con discrezione l’artigianato di un tempo in chiave contemporanea, e che su ISSIMO ti propone alcuni dei suoi splendidi capi da aggiungere al tuo guardaroba.
Le artigiane dietro a questo marchio combinano le tecniche classiche con l’estetica contemporanea, dando vita a capi che non sono solo realizzati in modo impeccabile, ma che sono anche intrinsecamente eleganti e perfetti per l’autunno.
Abbiamo incontrato la fondatrice de Le Tre Sarte, Camilla Voci, per saperne di più.
Per quelli che non vi conoscono: cos'è Le Tre Sarte?
Camilla Voci: Le Tre Sarte è un’azienda di sartoria moderna con sede a Roma, e romana a tutti gli effetti!
Quando avete lanciato il marchio?
C: Due anni fa sono tornata da Parigi, dove ho avuto la fortuna di lavorare per l’Opera. Lì mi occupavo di filantropia e al piano di sotto dell’ufficio c’era l’atelier dei costumisti. Scendere dalle sarte e perdersi tra i colori delle sete è diventata un’abitudine quotidiana, ed è grazie a loro che ho affinato il mio senso del tatto e imparato a riconoscere la qualità dei tessuti.
Descrivi Le Tre Sarte in tre parole!
C: Creativa, sostenibile, romana.
Perché è importante preservare la sartoria su misura?
C: Potrei elencare infinite ragioni per cui è importante preservare la sartoria su misura. Il motivo che mi sta più a cuore è la filosofia che sta alla base della scelta: la scelta consapevole del consumatore di sostituire l’atto dello shopping con un’esperienza che esprime creatività.
Entrando nel nostro laboratorio, si possono passare ore a toccare i tessuti e a valutare i modelli, per poi scegliere quello che più si avvicina alla propria personalità e alle proprie caratteristiche fisiche. Non è il corpo che deve adattarsi alle taglie e agli stili dettati dalla moda, ma l’indumento che diventa una “seconda pelle”. Inoltre, in un Paese come l’Italia, con una storia di eccellenza nel settore, credo che preservare la sartoria non sia solo un obbligo morale, ma anche una scelta economicamente vincente.
Parlaci della sostenibilità che sta dietro al marchio!
C: La sostenibilità ambientale è al centro del progetto, che vuole inserirsi nell’industria della moda senza aderire a un sistema che troppo spesso produce al solo scopo di vendere, senza tenere conto dell’impatto che tutto ciò ha sul nostro pianeta.
Con la sartoria ci muoviamo in modo diametralmente opposto a questa tendenza. Tutto ciò è reso possibile da una serie di pratiche messe in atto fin dall’inizio e che caratterizzano la sartoria. Stiamo parlando soprattutto di produzione su ordinazione, che permette di non accumulare prodotti finiti in magazzino e di non doverne affrontare le conseguenze, sia economiche che ambientali.
Per i tessuti, come già accennato, selezioniamo stock di sovrapproduzione di alta qualità, tessuti che recuperiamo perché possano essere utilizzati e non buttati via, perché le grandi aziende spesso producono molto più di quello che serve, mettendo in circolo una quantità non indifferente di “rifiuti”. La chiamiamo sartoria a impatto zero.
Cosa significa per voi essere su ISSIMO?
C: È un grande onore! Condividiamo con ISSIMO la passione per l’Italia e i suoi valori: la bellezza e la creatività dell’artigianato, l’incredibile capacità di intrecciare tradizione e modernità e, naturalmente, la qualità impeccabile. Inoltre condividiamo la stessa gioia di vivere!