- BY ISSIMO
- Aprile 26, 2023
Tanto di cappello: la storia d’amore tra l’Italia e i copricapo

Da capi di uso quotidiano ad accessori iconici, i cappelli sono parte integrante della moda maschile italiana.
Dalle strade di Milano alle campagne toscane, berretti, fedora e coppole sono stati per oltre un secolo un accessorio fondamentale per gli uomini italiani di ogni età e provenienza, tanto che spesso si diceva che nessun uomo in Italia è propriamente vestito senza cappello. Non solo, sono diventati un simbolo di stile, eleganza e raffinatezza.
In passato tutti, dagli uomini d’affari alle star del cinema, indossavano il cappello – basti pensare a Marcello Mastroianni, Nino Manfredi e Alberto Sordi – mentre alcuni marchi, Borsalino in primis, hanno voluto fare di questo semplice accessorio un simbolo dell’italianità.
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Un simbolo di stile
I cappelli da uomo hanno avuto un ruolo significativo nel plasmare l’estetica e l’identità della moda italiana e la loro evoluzione nel corso del XX secolo riflette i cambiamenti della società, della cultura e del gusto.
Nei primi anni del 1900, i cappelli da uomo erano un simbolo di status sociale, con stili diversi che indicavano classi diverse. I benestanti indossavano una bombetta, ad esempio, mentre il cappello piatto era associato alla classe operaia. Il fedora, con la sua tesa larga e la corona incavata, era una scelta popolare per gli uomini di tutte le classi, e divenne un simbolo classico dello stile italiano negli anni ’20 e ’30, grazie naturalmente alla visione dell’iconico marchio Borsalino, l’azienda fondata nel 1857 che potremmo tranquillamente considerare come il re nella produzione di cappelli in Italia e nel mondo.
Nel dopoguerra il cappello continuò a essere un accessorio importante per gli uomini italiani, anche se in forma leggermente diversa. Quando il paese uscì dalla devastazione della Seconda Guerra Mondiale, emerse un nuovo stile, caratterizzato da un’attenzione particolare alla praticità e alla semplicità. Si diffuse così il berretto da baseball, che ben presto divenne l’accessorio preferito dai giovani di tutto il Paese.
Il modello sportivo, tuttavia, non fu l’unico a guadagnare popolarità in quel periodo. Negli anni ‘60 prende piede il panama, un cappello leggero e traspirante perfetto per le calde estati italiane, realizzato in paglia o in altri materiali leggeri e spesso indossato con abiti casual come camicie e pantaloncini di lino.
Il decennio segna anche la trasformazione del cappello in un simbolo della cultura pop. Gli amati divi del cinema come Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman hanno fatto dei cappelli una caratteristica del proprio stile, rendendoli un must-have della moda; presto si sono aggiunte anche donne famose, da Sophia Loren a Monica Vitti.


I cappelli sono divenuti anche veicolo di messaggi tradizionali e sociali. La classica coppola indossata dagli uomini siciliani durante le processioni religiose, ad esempio, si è trasformata in un simbolo di identità culturale e di devozione religiosa. Allo stesso modo, il berretto piatto è diventato sinonimo di classe operaia.
Ma l’evoluzione forse più significativa dei cappelli nella moda italiana è avvenuta negli anni ’80, con l’ascesa del Trilby. Questo fedora a tesa stretta era il preferito dagli uomini d’affari e dai politici italiani e veniva spesso indossato con giacca e cravatta per un look classico e sofisticato.
Negli ultimi anni, la moda del cappello italiano ha continuato a evolversi, con l’emergere di nuovi stili e tendenze. Oggi gli uomini italiani possono sfoggiare di tutto, dai berretti ai cappelli da pescatore agli snapback, a seconda dell’occasione e dello stile personale. Tuttavia, anche se gli stili vanno e vengono, i cappelli continuano ad avere una rilevanza nella moda italiana e nella cultura pop più forte che mai.
Un accessorio versatile
Che cosa rende i cappelli così importanti per la moda italiana? Sarà per la loro versatilità e adattabilità, che ci permette di indossarli con qualsiasi cosa, da un elegante abito sartoriale a una maglietta casual con jeans. O forse sarà la loro capacità di dare un tocco di raffinatezza ed eleganza a qualsiasi outfit, valorizzando anche il più semplice dei look.
Qualunque sia la ragione, una cosa è certa: i cappelli occupano un posto di rilievo nel guardaroba maschile italiano da oltre un secolo e non accennano a voler passare di moda.
Dal classico Borsalino al moderno snapback, i cappelli sono diventati parte integrante dello stile italiano e simboli del ricco e variegato patrimonio culturale del Paese. Quindi, la prossima volta che vedrai un italiano sfoggiare un cappello alla moda, ricordati che non si tratta di un semplice accessorio, ma di un omaggio a una lunga e consolidata tradizione di italianità. .
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Cappelli per tutti i generi
Sebbene i cappelli rimangano uno dei modi più semplici e amati dagli uomini per vivacizzare un outfit, sono diventati un punto fermo anche per le donne. Il merito, ancora una volta, è di Borsalino. Il marchio ha infatti deciso di andare incontro a tutti i generi, offrendo modelli di grande effetto sia per gli uomini che per le donne, compresi quelli della collezione estiva, ora disponibile su ISSIMO.
CONSIGLI DI ISSIMO
Vuoi saperne di più su Borsalino? Prendi allora in considerazione la possibilità di visitare il Museo Borsalino, aperto di recente, nella sede storica di Palazzo Borsalino ad Alessandria, in Piemonte.
Frutto della collaborazione tra la città piemontese e la Fondazione Borsalino, propone 340 metri quadrati di spazi espositivi all’interno dell’edificio che, per quasi cento anni, ha ospitato il cappellificio.