Alla scoperta dell'eccellenza in Italia: cose, luoghi e persone

Disco mania all’italiana con Disco Bambino

Il curatore musicale, produttore ed esperto di musica disco italiana Beppe Savoni ci porta a fare un giro tra la musica, la cultura e lo splendore dell'epoca.

Beppe Savoni

“Quando la disco music italiana divenne un ‘fenomeno’ alla fine degli anni ’70, non si trattava solo di musica. È stato un vero e proprio movimento culturale che ha attraversato tutti gli aspetti della vita e della società: dallo stile di vita, alla moda, al design e, soprattutto, all’espressione di sé. Era una celebrazione dell’individualità, del piacere sensoriale e ha rappresentato una piattaforma di espressione per una nuova ondata di giovani. Ha cambiato completamente lo scenario in Italia”, afferma Beppe Savoni.

Se c’è qualcuno che può farci immergere nella musica coinvolgente, nell’innovazione creativa e nel glamour iconico dell’Italia tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, quello è Beppe. Il fondatore dell’universo multipiattaforma Disco Bambino ha dedicato la carriera a esplorare, celebrare e condividere la sua vasta conoscenza della disco music italiana con la comunità globale attraverso musica, video, storie e live set.

Stabilitosi a New York, il curatore musicale, produttore e direttore creativo di origine italiana è cresciuto con un’esperienza diretta della disco music italiana, che lo ha affascinato fin da giovane. Che si tratti di una clip Instagram di Raffaella Carrà in una delle sue spettacolari performance di ballo, o di una scaletta speciale che propone per portare la folla in pista in un autentico “viaggio” attraverso l’era della discoteca italiana, Beppe è come un’enciclopedia della disco music nostrana. Abbiamo avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con lui di recente e di scoprire alcune delle sue profonde intuizioni su quello che definisce un “periodo complesso e affascinante”.

L'universo di "Disco Bambino

“Mi piace pensare a Disco Bambino come a un piccolo universo a sé stante. Il progetto esplora il mondo della disco italiana tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, esplorando e celebrando la musica, le canzoni e i produttori dell’epoca, nonché le tendenze, la moda e molto altro. Racchiude il mio desiderio di ricostruire il mondo che mi circondava quando ero piccolo, sia dal punto di vista musicale che artistico”, afferma Beppe.

Il nome del progetto, “Disco Bambino”, è completamente azzeccato visto che la musica disco italiana fa parte della vita di Beppe fin da quando era bambino. Tra i suoi primi ricordi, infatti, ci sono le ore e ore trascorse ad ascoltare i dischi di musica italiana dei suoi fratelli maggiori, quando il genere esplose alla fine degli anni ’70, e le domeniche pomeriggio immerso in un vortice ipnotico di musica, luci e personaggi colorati nella discoteca della sua città natale, dove si intrufolava con i cugini più grandi. L’atmosfera e l’energia che Beppe ha percepito durante queste prime esperienze hanno indubbiamente scatenato la sua ammirazione per la disco music italiana, che secondo lui è sempre stata “nelle sue vene”.

“Crescendo, ho sempre collezionato dischi. Man mano che il mio interesse e la mia curiosità per la disco music italiana aumentavano, ho approfondito il genere, spingendomi anche oltre. Ovunque potessi trovare una traccia di disco music fatta in Italia, da italiani, la esploravo”, ci racconta. Non sorprende quindi che Beppe abbia collaborato con un team di artisti e creativi per produrre un brano di Disco Bambino intitolato “A Te”, scritto insieme al suo compagno, art director Giuseppe Giammetta pubblicato in estate. La canzone è un omaggio al ruolo della musica come costante fonte di ispirazione nella sua vita fin dall’infanzia e a sua madre Lucia che ha sempre sostenuto i suoi progetti sin da piccolo.

Discoteca italiana o Italo-disco?

Dalle dolci voci melodiche di Heather Parisi, ai successi sperimentali di Pino D’Angiò, fino alle innovazioni elettroniche pionieristiche di etichette discografiche italiane come Baby Records, Beppe afferma che è importante fare una distinzione tra “disco music italiana” e “italo disco”.

“Il genere, e fenomeno, comunemente conosciuto come Italo disco, è iniziato nel 1982, per poi essere coniato come stile musicale dall’83. Prima di allora c’era la ‘disco music italiana’, che era la reinterpretazione italiana delle influenze disco provenienti dagli Stati Uniti. Le sue origini sono quindi dovute alle tradizioni soul e funk della disco music americana, e legate alla musica dal vivo con i musicisti”, racconta.

“Solo dopo qualche anno abbiamo assistito all’avvento delle ‘macchine’ nella produzione musicale, come i sintetizzatori e i computer. È in questo periodo che si assiste all’inizio di quella che ufficialmente chiamiamo “Italo disco”, quando cioè si vive il passaggio dalla musica creata dai musicisti alle canzoni prodotte dai DJ che sapevano esattamente cosa la gente voleva ballare nei club e nei locali. Ci sono alcuni brani incredibili in cui si può sentire e percepire il punto di svolta in cui finisce un’epoca e ne inizia una nuova, come ad esempio il brano di successo ‘Ma Quale Idea’ di Pino D’Angiò uscito nel 1981″.

Beppe spiega anche come i generi discoteca italiana e italo disco si siano evoluti in diverse parti d’Italia grazie a locali iconici che hanno avuto i loro giorni di gloria tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 come la Baia degli Angeli (Gabicce Mare), il Kinky (Bologna), lo Studio 54 (Milano) e l’Easygoing (Roma). Etichette discografiche come Disco Magic hanno fatto conoscere l’italo disco music nel mondo grazie a collaborazioni rivoluzionarie con artisti, cantanti e produttori statunitensi.

Cosa è successo quando le origini funk-soul della disco italiana, con la sua eredità melodica e artistica, hanno incontrato la nuova “frontiera elettronica” della disco music proveniente dal Nord Europa? E venuto fuori un nuovo genere, un nuovo sound e una nuova cultura della discoteca che ancora oggi affascina le persone di tutto il mondo.

L'eredità duratura della musica disco italiana

Dalle hit dei fratelli La Bionda che ancora oggi fanno impazzire le piste da ballo, agli inimitabili abiti indossati da Loredana Bertè, fino alle acconciature e al trucco ultra-chic di Amanda Lear, l’eredità della disco italiana resiste ancora oggi in molti aspetti della società: dalla moda e dallo stile, alla cultura popolare e molto altro ancora. Si tratta anche di una parte della nostra storia culturale che le persone di tutto il mondo stanno scoprendo, e riscoprendo, grazie a Disco Bambino. A questo proposito, quali sono le canzoni e gli artisti italiani da discoteca preferiti di Beppe?

“Amo molto Donatella Rettore. È stata una pioniera della musica da discoteca in Italia, soprattutto con un album realizzato nel 1979 intitolato ‘Brivido Divino’. La canzone ‘Splendido Splendente’, è ancora oggi incredibilmente popolare e potente. Probabilmente è anche uno dei miei video musicali preferiti. Il suo abbigliamento e la sua estetica, i ballerini, la coreografia… è una vera espressione di arte”, dice. “Amo anche Raffaella Carrà, Ornella Vanoni e Pino D’Angiò; artisti che si sono davvero spinti oltre i confini e non hanno avuto paura di sperimentare nuovi modi per esprimersi in maniera creativa verso il mondo”.

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