F come Fortuna: perché l’Italia ama le superstizioni
Dal 17 giugno ai rituali che scacciano la sfortuna, analizziamo la lunga storia d’amore dell'Italia con le sue superstizioni
- BY ISSIMO
- Giugno 1, 2022
Qualcuno potrebbe negarlo (noi? mai!), ma le superstizioni sono un aspetto intrinseco del tessuto sociale e culturale italiano. Hanno origini antichissime, sono caratterizzate da una serie di rituali e vengono tramandate di generazione in generazione, a volte come semplici aneddoti, a volte come questioni cruciali da prendere sul serio e su cui agire. Per lo più si tratta di scacciare la sfortuna, in tutti gli aspetti della vita: denaro, relazioni, lavoro, gestione della casa, scelte personali, famiglia, morte. Dimmi una situazione in cui potresti trovarti, ed è probabile che ci sia una superstizione italiana che la riguarda.
In effetti, si potrebbe riempire le pagine di un libro facendone l’inventario.
C’è quella che impone di stabilire un contatto visivo con gli ospiti quando si brinda tavola, per non rischiare sette anni di disavventure a letto.
Si crede che un gatto nero che ti attraversa la strada sia un simbolo di cose minacciose in arrivo.
Il vecchio detto dice che se qualcuno ti passa sui piedi mentre pulisce il pavimento non ti sposerai mai.
E poi, naturalmente, la forte convinzione che il venerdì 17 sia una data sfortunata – la più sfortunata di tutte, in realtà (proprio come il venerdì 13 in America e nel Regno Unito) – perché
in numeri romani il numero 17 (XVII) è un anagramma della parola latina VIXI, che significa “ho vissuto”, un tempo passato che suggerisce la morte; e il venerdì è stato il giorno in cui Gesù fu crocifisso.
Si dà il caso che giugno sia l’unico mese del 2022 ad avere un venerdì 17.
Per questo abbiamo deciso di puntare i riflettori sull’unica cosa che può contrastare il malasorte: la fortuna.
Il concetto potrebbe sembrare semplice, ma non lo è.
La Fortuna richiede un certo impegno quando la sorte è sfavorevole e richiede gesti e comportamenti precisi.
I gatti neri sono spesso visti come simboli di malasorte in Italia.
Il famoso drammaturgo Eduardo De Filippo
A destra: I gatti neri sono spesso visti come simbolo di malasorte in Italia.
A sinistra: Il famoso drammaturgo Eduardo De Filippo
Di seguito, condividiamo alcuni consigli vincenti per portare un pizzico di Fortuna nella tua vita quotidiana e affrontare la iella (espressione romana per indicare la sfortuna).
Prendi nota, provali e scopri i nostri articoli ispirati alla fortuna: ne abbiamo tantissimi.
Non importa se ne sei appassionato o meno, le superstizioni offrono semplicemente un po’ di speranza e un po’ di vecchia saggezza che ti faranno sicuramente sorridere.
Ed è proprio per questo che ci siamo così affezionati.
A parte lo scetticismo, sono la prova che può sempre esserci un tocco di fascino ultraterreno in tutto ciò che facciamo.
Per citare il famoso commediografo napoletano Eduardo De Filippo: “Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.
Ecco come mantenere la tua fortuna viva e rigogliosa.
E ricorda che venerdì 17 sarebbe assolutamente opportuno non fare nulla e sedersi a bordo piscina.
La fortuna favorisce chi sa quando mentire.
In Italia, “fare le corna” (un segno della mano che consiste nell’allungare l’indice e il mignolo, possibilmente verso terra) è il gesto universale per allontanare la malasorte.
Si tratta di un gesto che dovrebbe evocare la forza di un toro e può essere fatto ogni volta che si ha bisogno di un po’ di fortuna.
In forma di oggetto, le corna possono assumere la forma di cornetti, meglio se rossi, ed essere utilizzate come talismano
associato alla forza e alla fertilità (si suppone che rappresentino un fallo).
Attenzione, non confondere il termine “fare le corna” con “fare le corna a qualcuno”: quest’ultimo significa “essere infedele”, e non c’è peggior sfortuna di questa.
Le superstizioni sono particolarmente forti al sud, dove esistono una miriade di modi per agire contro il malocchio.
Uno di questi, naturalmente, è imparare a leggere le carte da gioco napoletane.
Secondo le credenze comuni, lo studio del mazzo e dei suoi vari personaggi – il Re, il Fante, l’Asso – può infatti “guidare” nelle questioni d’amore e di lavoro, e aiutare a evitare la cattiva sorte.
Non possiamo garantire risultati efficaci, ma il concetto è sicuramente un’idea simpatica per giocare durante le feste, non credi?
Conosci l’espressione “toccare legno”?
In Italia preferiamo il ferro.
“Toccare ferro” è un classico del repertorio scaramantico del Bel Paese.
Tocchiamo il ferro dopo aver detto qualcosa che potrebbe attirare la sfortuna, o quando speriamo che un desiderio si avveri.
La frase originale era “toccare ferro di cavallo”, poiché in passato si pensava che i ferri di cavallo allontanassero diavoli, streghe e spiriti maligni.
Gli italiani più superstiziosi (leggi: i nostri nonni) potrebbero ancora portare in tasca un ciondolo a forma di ferro di cavallo, ma per un’interpretazione più sobria della tradizione, ti consigliamo il nostro fazzoletto ISSIMO X Schostal con ricamo a forma di ferro di cavallo.
Elegante, discreto e super fortunato.
Il sale ha un ruolo importante nel superstizioso mondo italiano.
Non si deve versare, perché è di cattivo auspicio, ma non si deve mai e poi mai farne a meno, nel caso in cui si verifichi qualcosa di sfortunato intorno a noi.
Infatti, come vuole la tradizione, ogni volta che si verifica una disavventura, bisogna gettare un pizzico di sale dietro la spalla sinistra.
Questo perché è il lato dietro il quale siede il diavolo.
Gettandogli del sale negli occhi, si può allontanare la sua influenza e contrastare la sfortuna.
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