- BY ISSIMO
- Febbraio 8, 2023
Le feste più strane d’Italia

Prendete nota su queste feste bizzarre e meravigliose in giro per lo stivale
L’Italia è la regina delle feste. Dal Veneto alla Sardegna, il Paese pullula di feste regionali, sagre ed eventi locali che intrecciano santi patroni e stuzzicanti prelibatezze, tradizioni secolari e credenze superstiziose.
Alcune di queste feste sono conosciute ovunque: basti pensare al Carnevale di Venezia, alla Festa di Sant’Agata a Catania o al Palio di Siena in Toscana.
Altre sono un po’ più di nicchia, ma sono comunque esperienze che vale la pena provare per la loro meravigliosa stranezza e unicità.
È su di loro che oggi puntiamo i riflettori.
Dalle feste che hanno come protagonisti gli agrumi alle staffette con le candele, ecco cinque feste locali da vedere in Italia almeno una volta nella vita.
La Battaglia delle Arance, Ivrea, Piemonte

La domenica che precede l’inizio della Quaresima cattolica, nella città di Ivrea, si svolge
La Battaglia delle Arance,
che si svolge nella città di Ivrea la domenica precedente l’inizio della Quaresima cattolica, è una rievocazione di una lotta del XII secolo tra gli abitanti di Ivrea e il governo tirannico dell’epoca,
commemorata da un lancio di arance, come avrai intuito.
La festa è un simbolo dello spirito di resistenza della città e della sua vittoria nella conquista della libertà e vede i partecipanti – divisi in nove squadre – correre per le strade a piedi o lanciare arance dai carretti che girano per Ivrea, protetti da caschi di cuoio.
I premi vengono assegnati durante la cerimonia finale del martedì grasso alle squadre che si sono distinte in termini di impegno, tecnica e lealtà.
Sembra bizzarro, e lo è, ma se gli agrumi sono la tua passione e desideri assistere a una delle più grandi “lotte gastronomiche” d’Italia, questa è la celebrazione che fa per te.
QUANDO: Dal 16 al 21 febbraio
La Corsa dei Ceri, Gubbio, Umbria

La città collinare di Gubbio, in Umbria, si riempie di gente ogni anno il 15 maggio per la
Corsa dei Ceri,
una processione che vede
gli abitanti del luogo portare ceri giganti per commemorare tre diversi santi: Sant’Ubaldo, patrono della città, Sant’Antonio, protettore dei contadini e San Giorgio, protettore dei commercianti.
Gruppi di persone che indossano colori diversi per ogni santo – giallo (Sant’Ubaldo), blu (Sant’Antonio) o nero (San Giorgio) – prima sfilano per il borgo medievale tenendo in mano candele alte cinque metri, poi
gareggiano attraverso le sue ripide vie e vicoli tortuosi,
anche se la squadra di Sant’Ubaldo vince sempre.
Le origini della festa sono difficili da individuare: alcuni dicono che sia stata istituita per commemorare una vittoria di Gubbio, mentre altri ritengono che sia nata per onorare la dea Cerere.
In ogni caso, i documenti dimostrano che la Corsa dei Ceri si svolgeva già nel 1100, il che la rende una delle feste più antiche d’Italia.
QUANDO: 1 maggio
Festa dei Serpari, Cocullo, Abruzzo

Ogni anno, a Cocullo, una piccola cittadina medievale in Abruzzo, i serpari del luogo fanno a gara per catturare quattro tipi di serpenti innocui, prima di distribuirli ai fedeli, che li depongono delicatamente su una statua di legno di San Domenico, il loro santo patrono.
La statua viene poi portata per le strade del villaggio, tenuta in alto al centro di una lunga processione, come parte di
una tradizione secolare che onora il miracolo compiuto dal santo nell’XI secolo di rimuovere i serpenti dai campi dei contadini.
Tutto questo potrebbe sembrare strano, ma
la festa è un evento importante per il borgo e si ritiene che affondi
le sue radici nell’antichità romana
come celebrazione di Angitia, una dea romana dei serpenti venerata nell’Italia centrale.
Per quanto riguarda i rettili, non preoccuparti: alla fine dei festeggiamenti vengono rimessi in libertà.
QUANDO: Maggio
Il Maggio di San Giuliano, Accettura, Basilicata
Accettura, un piccolo borgo agricolo nel sud della Basilicata, si trasforma per il Maggio di San Giuliano, un rituale arboreo con radici pagane che simboleggia la fertilità della Terra, comunemente chiamato “matrimonio tra alberi”.
Secondo gli esperti, le prime testimonianze storiche di questa usanza risalgono ai Longobardi, una popolazione germanica che si stabilì nella zona intorno al VII secolo.
Durante le “nozze”, un maggio maschio (quercia) e una cima femmina (agrifoglio) si uniscono con l’assistenza di due gruppi di abitanti del luogo, i maggiaioli (uomini che raccolgono il maggio) e i cimaioli (uomini che raccolgono la cima), per rappresentare la fecondità e l’unione della città.
Alla fine del XVIII secolo, al rituale è stato aggiunto un elemento religioso attraverso la venerazione di San Giuliano, il patrono del paese, la cui statua viene fatta sfilare per le strade durante la cerimonia, accompagnata da migliaia di fedeli, fino a raggiungere la piazza principale, animata da musica dal vivo.

Accettura, un piccolo borgo agricolo nel sud della Basilicata, si trasforma per il Maggio di San Giuliano, un rituale arboreo con radici pagane che simboleggia la fertilità della Terra, comunemente chiamato “matrimonio tra alberi”.
Secondo gli esperti, le prime testimonianze storiche di questa usanza risalgono ai Longobardi, una popolazione germanica che si stabilì nella zona intorno al VII secolo.

Durante le “nozze”, un maggio maschio (quercia) e una cima femmina (agrifoglio) si uniscono con l’assistenza di due gruppi di abitanti del luogo, i maggiaioli (uomini che raccolgono il maggio) e i cimaioli (uomini che raccolgono la cima), per rappresentare la fecondità e l’unione della città.
Alla fine del XVIII secolo, al rituale è stato aggiunto un elemento religioso attraverso la venerazione di San Giuliano, il patrono del paese, la cui statua viene fatta sfilare per le strade durante la cerimonia, accompagnata da migliaia di fedeli, fino a raggiungere la piazza principale, animata da musica dal vivo.
QUANDO: Maggio-giugno
La Cavalcata Sarda, Sassari, Sardegna

Per chi vuole assistere a una festa non religiosa, la Cavalcata Sarda è difficile da battere.
Evento laico e folcloristico che si svolge ogni anno la penultima domenica di maggio, la celebrazione di due giorni mette in mostra l’orgoglio e il patrimonio dei sardi attraverso la sfilata di centinaia di persone vestite con i costumi tradizionali locali, a cavallo o su carri tradizionali (traccas) decorati con fiori e oggetti di uso quotidiano.
I partecipanti provengono da ogni parte dell’isola e sfoggiano abiti piuttosto sorprendenti, spesso impreziositi da ricami e gioielli intricati.
Le origini della Cavalcata Sarda risalgono al 1711, quando il Comune di Sassari organizzò una sfilata in nome del re Filippo V, ma la sua importanza è ancora oggi molto sentita.
QUANDO: 4 maggio