
Come festeggiamo Ognissanti in Italia
I Paesi anglosassoni hanno Halloween,
mentre in Italia c’è Ognissanti.
Il 1° novembre è festa nazionale nel Bel Paese,
originariamente istituita per celebrare – indovina un po’ – tutti i santi della Chiesa.
È un giorno festivo, il che significa che gli uffici pubblici, le scuole e simili sono tutti chiusi, ed è seguita dal Giorno dei Morti il 2 novembre (che non è un giorno festivo!).
Non ci sono costumi o il classico “dolcetto o scherzetto” – anche se l’Halloween tipicamente americano si è certamente infiltrato nella cultura italiana, e in questi giorni troverai zucche intagliate e decorazioni spettrali sia nelle città principali che nei piccoli centri –
la festa è accompagnata da una serie di tradizioni,
da
cibi
e rituali specifici che cambiano da regione a regione.
Inoltre, proprio come Ferragosto e altre occasioni simili, la sua storia si è evoluta tra il sacro e il profano, rendendola ancora più interessante per il suo carattere distintivo.
Vuoi scoprire di più?
Di seguito abbiamo raccolto tutto quello che c’è da sapere su Ognissanti.
Le origini

Le prime tracce di Ognissanti risalgono al IV secolo d.C., ovvero agli albori del cristianesimo, anche se solo nell’VIII secolo la festa fu ufficialmente inserita nel calendario religioso italiano.
Il merito è di Papa Gregorio III, che scelse il 1° novembre come data per consacrare una cappella in San Pietro alle reliquie “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori”.
Da allora, Ognissanti è rimasto il giorno in cui si onorano tutte le figure principali e minori del calendario cristiano (in Italia, ogni giorno è dedicato a un santo o a un martire), oltre che per prepararsi al Giorno dei Morti.
È considerato un giorno di preghiera – le pie signore anziane vanno a messa – ma anche, come per la maggior parte delle tradizioni italiane, un giorno in cui ci si riunisce per mangiare.
Regione che vai, usanza che trovi
Sebbene Ognissanti abbia perso gran parte del suo peso religioso, le tradizioni e le credenze che la circondano offrono un affascinante scorcio della stratificata identità culturale italiana.
Se vai in Sicilia ti diranno che nella notte tra il 1° e il 2 novembre i morti portano dolci o regali ai bambini che si sono comportati bene.
In Basilicata, e precisamente a Matera, si crede che i defunti scendano in città dalle colline del cimitero tenendo in mano una candela accesa.
In Campania, alcune famiglie lasciano ancora un secchio d’acqua per le anime assetate, mentre i piemontesi apparecchiano la tavola mettendo coperti aggiuntivi per gli spiriti dei loro cari.
In Sardegna Ognissanti è Is Panixeddas, Is Animeddas, Su Mortu Su Mortu o anche Su Prugadoriu, e vede i bambini andare di casa in casa a chiedere un’offerta per i morti (una sorta di Halloween sardo).
Nell’isola la tavola viene lasciata intatta dopo la cena, per permettere alle anime in visita di mangiare e riposare.
L’elenco potrebbe continuare.
La varietà testimonia la diversità e il folklore regionale dell’Italia e dimostra che il Paese ha una miriade di sfaccettature diverse anche quando si tratta di una festività meno importante come Ognissanti.
Un vero e proprio banchetto

Varie e diversificate.
Viaggio nelle delizie gastronomiche di Ognissanti. Percorrendo lo stivale da nord a sud, scoprirai una pletora di pietanze e dolci simbolici – per lo più dolci, a dire il vero – che segnano la ricorrenza, perché anche quando si festeggiano i santi e i defunti, è fondamentale mangiare bene e godersi il cibo.
A Roma si preparano le fave dei morti – in epoca romana si mangiavano spesso i fagioli nei banchetti funebri – che, contrariamente alle aspettative, non hanno più nulla a che fare con i fagioli ma sono in realtà dei biscotti, quasi degli amaretti, fatti con farina di mandorle o pinoli.
In Lombardia e in Toscana si trova il pan dei morti, che può essere preparato con frutta secca come fichi o uvetta, spezie, cacao e biscotti come gli amaretti.
I siciliani, come sempre, amano esagerare con la loro
Frutta Martorana
a base di pasta di mandorle;
lu scacciu
– una miscela di frutta secca a base di ceci tostati, semi di zucca tostati, arachidi, nocciole tostate, pistacchi.
i tetù
, che sono essenzialmente biscotti speziati al cioccolato; e
le ossa ri murtu
(ossa dei morti), biscotti bianchi fatti con farina di mandorle, spezie e albume d’uovo (ne esistono più varianti in Italia!).
E non finisce qui. In Liguria si preparano i bacilli (fave secche) e i balletti (castagne bollite), mentre in Molise il piatto forte sono le sagne e jierv, tagliatelle bianche condite con verza.
Decisamente meglio di un semplice dolcetto o scherzetto, non ti pare?