- BY ISSIMO
- Ottobre 7, 2024

“Corte della Maestà non è un albergo, ma l’inizio di un viaggio”, dice la proprietaria Cristiana Meslis. Dopo diverse visite in questa splendida residenza storica nel cuore della cittadina collinare di Civita di Bagnoregio, dobbiamo dire che siamo d’accordo! Corte della Maesta è un mondo a sé. È uno di quei rari luoghi al mondo in cui si può davvero evadere alla realtà e assaporare il silenzio delle mattine lente, la bellezza incontaminata della natura e i secoli di storia che aspettano di essere scoperti in questa straordinaria cittadina accessibile solo tramite un ponte pedonale (…sicuramente ti sarà capitato di vedere qualche foto!).
Paolo Crepet e Cristiana Melis, proprietari di Corte della Maestà, hanno curato un’esperienza unica che va ben oltre l’ospitalità. Questo antico palazzo è stato trasformato in una meta da favola ricca di cultura, arte e storia, senza trascurare alcun dettaglio. Continua a leggere per scoprire gli aneddoti esclusivi di Paolo e Cristiana, e scopri perché questo indimenticabile rifugio a Civita di Bagnoregio dovrebbe essere in cima alla tua lista di viaggio.
Entrare all’interno di un tesoro
Paolo e Cristiana hanno aperto Corte della Maestà come residenza di lusso nel 2013 e accolgono gli ospiti nella maestosa “Corte” come se fosse casa loro. Perché è così! La coppia vive nel grande “Borgo” – un ex palazzo arcivescovile – che ha restaurato e arredato con una collezione eccellente di arte, design e manufatti antichi che riflettono la loro passione personale per l’arte, la cultura e le scoperte storiche.
Lo stesso vale per la vicina “Corte”, che comprende quattro camere per gli ospiti arredate con un accattivante mix di decorazioni antiche che riflettono importanti temi e narrazioni storiche: La Badessa (un omaggio a “La badessa di Castro” di Stendhal), La Sonnambula (in onore di Vincenzo Belli e delle tradizioni liriche italiane), La Scrittrice (ispirato alla casa londinese di Virginia Woolf) e La Intrusa (che offre una vista sulla casa in cui visse il poeta argentino Rodolfo Wilcock).

“Come concept, credo che uno degli aspetti più intriganti della struttura sia la sua atmosfera familiare che invita gli ospiti a scoprire le opere d’arte della nostra collezione privata”, afferma Cristiana. Dal soffitto al pavimento, ogni pezzo d’arte, mobile e arredamento della proprietà ha una sua storia. L’eclettica collezione è stata personalmente selezionata e raccolta da Paolo e Cristiana da tutta Italia, riflettendo la passione della coppia per l’arte e la cultura non come un lavoro o un hobby, ma come stile di vita.
Oltre alle suite, la magia del rifugio si estende anche alla gloriosa cucina con alti soffitti e un’atmosfera gioiosa, alla Cantina Vescovile creata dal vescovo Ferdinando di Castillo nel XVI secolo, a una magnifica spa e all’incantevole Giardino di Corte. Questo paradiso è pieno di fiori profumati, ulivi e fichi secolari e persino i resti di antiche colonne romane. Onestamente, ci sono pochi altri posti al mondo dove preferiremmo fare colazione!
Civita di Bagnoregio: una poetica meraviglia nell'Italia centrale

“Mi sono innamorato di Civita per il rumore leggero dei passi, per la forza del vento quando scende ad arruffare i castagni in fondo alla valle e poi risale fresco e audace come preferisce l’inverno.” Pochi riescono a cogliere la bellezza poetica di Civita di Bagnoregio come Paolo, che è rimasto immediatamente affascinato dal borgo collinare dal momento in cui ha varcato per la prima volta l’ingresso ad arco in pietra nel 1994.
Immagina… una cittadina medievale costruita sulla cima di una collina, accessibile solo a piedi, senza auto né traffico. Questa è la nostra idea di paradiso! Antica meraviglia in provincia di Viterbo, Civita di Bagnoregio risale all’epoca etrusca ed è stata nel corso della storia a lungo un rifugio prezioso per la nobiltà, il clero e i benestanti. Avvicinarsi a Civita attraverso l’unico ponte pedonale è come entrare in una “micro-città” sospesa e la sua atmosfera è quasi impossibile da catturare a parole.

“Il ponte pedonale è l’unico modo per raggiungere la città. Attraversandolo, si entra in uno stato mentale in cui ci si disconnette dalla frenesia della vita quotidiana e ci si ricollega a uno stato di vita lenta una volta attraversato l’arco di ingresso”, dice Cristiana.
“Per me è un luogo magico, e la vera magia inizia al tramonto, quando i pochi residenti e i molti gatti della città rimangono dopo che i turisti della giornata se ne sono andati. È un micromondo incantato”.