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Tesori nascosti a La Posta Vecchia

2 Ottobre 2025

Tesori nascosti a La Posta Vecchia

Scopri le meraviglie artistiche custodite tra le mura, le suite e la storia della villa

La Posta Vecchia è uno scrigno di storie. Adagiata sulla costa tirrenica di Palo Laziale, a nord di Roma, la villa ha assunto molti volti nel tempo: residenza marittima in epoca romana, dimora nobiliare rinascimentale, e più tardi rifugio sul mare del magnate del petrolio J. Paul Getty. Oggi è al tempo stesso uno degli hotel più amati del Gruppo Pellicano e un museo vivente: un luogo in cui la storia non resta chiusa dietro un vetro, ma ti accompagna da una stanza all’altra.

La testimonianza più evidente di questo passato si trova nel museo interno. Sotto la villa, infatti, giacciono i resti di una domus romana, riportati alla luce durante il meticoloso restauro voluto da Getty negli anni ’60. Mosaici, colonne e fondamenta sono conservati in situ, offrendo agli ospiti uno scorcio della vita marittima di quasi duemila anni fa. Accanto a essi, vetrine custodiscono anfore un tempo colme di olio, garum o vino, con le superfici d’argilla ancora segnate da secoli di commerci via mare. Frammenti di marmi provenienti da Grecia, Egitto e Nord Africa evocano la maestosità dell’impero romano, quando pietre esotiche come il porfido o il cipollino erano simbolo di prestigio e potere.

Ma i tesori de La Posta Vecchia non sono confinati nel museo sotterraneo. Si trovano ovunque: sparsi tra camere, saloni e suite, nascosti in bella vista.

Nell’Ingresso, una coppia di busti di marmo – uno autenticamente romano, l’altro un omaggio successivo – fiancheggia la porta come sentinelle senza tempo. Nella Park Room, una Madonna della Seggiola che richiama Raffaello, incorniciata di legno dorato, dialoga con arazzi fiamminghi del XVII secolo. Nella Sala Camino, specchi napoletani monumentali, alti quasi tre metri, catturano la luce e amplificano la teatralità dell’ambiente.

Anche le camere sono scrigni di memoria.

La Suite Medici è dominata da un letto cinquecentesco, ricomposto con pinnacoli dorati e ricchi velluti: un luogo in cui persino i sogni hanno un’aura aristocratica.

La Suite Colonna, che porta il nome della potente famiglia romana, sfoggia stemmi lignei dipinti e dettagli intagliati che fondono insieme decoro e narrazione.

Alcuni tesori regalano un sorriso inatteso. Nell'ex studio di Getty risplende un arazzo con fagiani e pappagalli in un paesaggio boschivo, tessuto a Oudenaarde alla fine del Seicento. Al piano superiore, un imponente cassone dipinto con Giuditta e Oloferne attende il visitatore con i suoi pannelli vibranti di dramma biblico. Accanto a questi capolavori, cassoni nuziali dipinti con scene sacre, tavoli intarsiati di marmo e armadi di sacrestia intagliati hanno trovato nuova vita in un contesto contemporaneo.

Perfino i tavoli del ristorante Da Aurelio hanno una loro storia: i piani di marmo giallo, verde e rosa provengono da antichi arredi ecclesiastici. Sedersi a uno di essi significa cenare immersi nella storia.

Ed è questa la magia de La Posta Vecchia: nulla appare inaccessibile. Senza barriere, né teche asettiche.

Passeggiando tra le stanze è facile dimenticare che questa fu la casa privata di Getty, che vi abitava come in un palazzo rinascimentale, circondato da antichità e capolavori, ma usandoli nella vita di tutti i giorni. Quello stesso spirito vive ancora oggi.

In altre parole, soggiornare qui significa dissolvere i confini tra museo e dimora, tra passato e presente. E come le anfore allineate nel museo sotterraneo, La Posta Vecchia continua a custodire e preservare qualcosa di essenziale: la gioia di scoprire la bellezza dove meno te l’aspetti.

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