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ISSIMO X Le Donne del Vino: Marina Cvetić

4 Settembre 2025

ISSIMO X Le Donne del Vino: Marina Cvetić

Conosciamo meglio colei che ha proiettato il vino abruzzese in una dimensione globale

Poche figure incarnano la resilienza e la lungimiranza del vino italiano come Marina Cvetić. Nata a Belgrado e residente in Abruzzo dalla fine degli anni Ottanta, per oltre tre decenni Marina si è prodigata per plasmare l’identità di Masciarelli Tenute Agricole, la cantina fondata dal compianto marito Gianni Masciarelli.

Insieme, Marina e Gianni hanno instradato l’Abruzzo sulla mappa del vino mondiale, promuovendo il Montepulciano e il Trebbiano quando solo in pochi credevano nel loro potenziale internazionale. Oggi, Marina continua questa missione, unendo il rispetto per il terroir locale a una visione di respiro globale. La sua linea omonima, Marina Cvetić, riflette la sua visione stilistica: intensa, elegante e inconfondibilmente personale.

Affiancata oggi dalle figlie Miriam Lee e Chiara Ludovica, Marina guida Masciarelli verso il futuro, con un’attenzione particolare alla sostenibilità, all’enoturismo e alla leadership femminile. Di seguito, condivide il suo percorso con noi.

Come sono stati i primi anni al fianco di Gianni Masciarelli, nella vita e in cantina?

I primi anni sono stati un periodo di grande energia, all’insegna della scoperta e della passione. Lavorare accanto a Gianni significava vivere ogni giorno con intensità e lungimiranza. In cantina come nella vita, abbiamo condiviso l’entusiasmo per l’innovazione, il profondo rispetto per il territorio e una determinazione incrollabile nel voler dimostrare al mondo il potenziale dell’Abruzzo.

Quali valori dell’eredità di Gianni hai voluto preservare, e quali hai cercato di rinnovare?

Ho sempre voluto preservare il cuore pulsante del suo lavoro: il legame con il territorio, la ricerca della qualità e dell’eccellenza, la valorizzazione dei vitigni autoctoni.

Da Belgrado all’Abruzzo: com’è che hai trasformato una storia familiare in una visione moderna e di respiro internazionale?

Il mio percorso personale ha sempre avuto una dimensione internazionale. Venire in Abruzzo ha significato mettere insieme culture e sensibilità diverse. Questo mix ha influenzato il mio approccio al vino: il rispetto per la tradizione italiana si è unito a una prospettiva più ampia, che mi ha portato a dialogare con il mondo pur mantenendo ben salde le mie radici.

La linea ‘Marina Cvetic’ è un tributo personale, ma anche un manifesto stilistico. Cosa ci racconta di te?

È una linea che rappresenta la mia idea di vino: intensa, elegante, con una forte personalità. Nasce dal desiderio di raccontare una visione al femminile decisa ma al tempo stesso sensibile, e soprattutto coerente con la qualità e lo stile che Masciarelli ha sempre ricercato.

Masciarelli lavora in tutte e quattro le province abruzzesi: qual è la sfida (e la forza) di questa varietà di terroir?

È una sfida che abbiamo scelto con convinzione. Ogni provincia ha caratteristiche uniche in termini di clima, suolo, altitudine e terroir. Lavorare su scala regionale ci permette di esplorare tutte le sfumature dell’Abruzzo, e di restituirle nei nostri vini. È un impegno complesso, ma proprio questa varietà è la nostra più grande ricchezza.

Oggi dirigi l’azienda assieme a tua figlia, Miriam: cosa cambia quando ci sono due generazioni di donne al comando?

È un’evoluzione bellissima e naturale. Miriam Lee ha una sensibilità moderna e una formazione internazionale; si dedica soprattutto al comparto asiatico e ha una visione molto lucida del futuro del vino. Io porto con me l’esperienza, il ricordo di quanto compiuto finora e la conoscenza del territorio. Insieme, ci completiamo. Di recente, anche la mia figlia più piccola, Chiara Ludovica, ha iniziato a muovere i primi passi in azienda. La femminilità, in questo percorso, non è una mera presenza: è un vero e proprio stile di leadership, fatto di ascolto, precisione e determinazione.

Dal Castello di Semivicoli all’enoturismo: come si racconta l’ospitalità attraverso il vino?

Il Castello di Semivicoli è il luogo dove il vino incontra l’arte e la bellezza. Non è una semplice struttura ricettiva, ma un punto di incontro tra storia, arte, natura e vino. Per me, “ospitalità” significa accogliere le persone offrendo loro un’esperienza autentica all’insegna dell’eccellenza, un’esperienza che parli del nostro territorio, del nostro lavoro e del nostro modo di vivere il vino.

Masciarelli punta su pratiche sostenibili e biologiche. Cosa significa per te “sostenibilità” oggi?

Da anni, Masciarelli Tenute Agricole va oltre la sostenibilità, adottando un modello di agricoltura rigenerativa in tutte le sue tenute. Promuoviamo pratiche che affrontano le sfide del cambiamento climatico, al tempo stesso migliorando la qualità: in collaborazione con il Prof. Giovanni Bigot, abbiamo implementato tecniche che riducono l’impatto ambientale e contribuiscono alla rigenerazione degli ecosistemi agricoli, attraverso l’integrazione di specie floreali e la salvaguardia dei corridoi ecologici. Per me, “sostenibilità” oggi significa “responsabilità”: non è soltanto questione di preservare, ma di migliorare attivamente il territorio che lasceremo in eredità alle generazioni future.

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