Una storia di famiglia: Loretta Caponi
Guido Caponi, erede del brand Loretta Caponi, parla dell'ispirazione, dell'eredità di famiglia e dell'amore per la nonna, regina del ricamo in Italia.

Per gli amanti dello stile in Italia e all’estero, Loretta Caponi non ha bisogno di presentazioni.
Spesso definito “la quintessenza del ricamo”,
il marchio è un nome familiare nel Bel Paese dalla fine degli anni Sessanta,
quando l’omonima fondatrice Loretta aprì il suo laboratorio nel quartiere fiorentino di Ognissanti, vendendo indumenti intimi e biancheria per la casa che realizzava a mano.
Loretta aveva iniziato a lavorare come sarta e ricamatrice due decenni prima, quando era solo una ragazzina, consegnando il suo primo lavoro su commissione a 14 anni.
Quando lanciò la sua attività, si era già guadagnata una reputazione per la sua squisita sensibilità, la sua raffinata precisione e il suo abbigliamento per la casa che anticipava l’estetica dell’epoca, grazie a pizzi intricati e silhouette rivoluzionarie.
Ben presto questi dettagli attirarono l’attenzione del jet-set internazionale. Personalità come Jane Fonda e Lady Diana divennero fan delle sue camicie da notte, della raffinata lingerie e della soffice biancheria per la casa, contribuendo a portare il nome di Loretta Caponi nelle case delle celebrità di Hollywood e dei reali europei.
Il negozio si trasferì in una sede più grande proprio dietro l’attuale sede in via delle Belle Donne a Firenze (non perdetevelo se siete in città) e, fino alla sua scomparsa nel 2015, Loretta è stata il simbolo dell’artigianato artistico fiorentino.

Oggi questo ruolo è stato assunto dalla figlia Lucia, che continua a realizzare le splendide creazioni di cui Loretta Caponi è sinonimo, e da suo nipote,
Guido, COO del marchio, che ha introdotto una linea prêt-a-porter nel 2017,
, che unisce il mondo del ricamo a quello della moda in una serie di collezioni belle, gioiose e preziose.
In occasione del lancio dell’ultima novità di ISSIMO – una splendida Resort Collection che chiede solo di essere messa in valigia in occasione dei prossimi viaggi al caldo – abbiamo incontrato Guido per parlare del brand, dell’azienda di famiglia e della sua iconica nonna.
Ci parli un po' di sua nonna. Com'era come artista e creativa?
Fantasiosa, ambiziosa e appassionata.
La camicia da notte per la quale divenne famosa – che oggi si chiama Loretta – era completamente diversa da quelle standard dell’epoca, ad esempio.
Mentre la maggior parte della biancheria intima era in colori pastello e fibre sintetiche, lei ha scelto stampe, tessuti naturali e ricami sulle maniche e sul collo: tutte scelte fuori dall’ordinario che sono entrate a far parte dello spirito del brand.
Non aveva paura di provare cose nuove.
Inoltre, ha sempre avuto una capacità unica di curare i dettagli.
Credo che sia questo il motivo per cui tanti clienti straordinari hanno continuato a tornare nel corso degli anni.
Alla fine ho deciso di tornare in Abruzzo, da dove provengo, e di passare un po’ di tempo a Castelli [un paesino famoso per le sue ceramiche] per imparare dai maestri e dagli artigiani locali.
Doveva essere un progetto secondario, finché non è arrivata la pandemia e ho abbracciato l’arte a tempo pieno.
Qual è la tecnica che più rappresenta il brand?
Tra le tecniche di ricamo utilizzate nel laboratorio di ricamo, direi il punto catenella di origine ottocentesca.
Permette di creare miscele di colori in un’unica tovaglia o indumento.



Come mai la scelta di lanciare una linea di prêt-à-porter?
Credo che sia stata un’evoluzione naturale dell’etichetta.
Loretta Caponi si occupava di loungewear molto prima che diventasse di moda: pigiami, vestaglie e camicie da notte morbide che molti dei nostri clienti indossavano all’aperto.
Abbiamo pensato di ampliare questo mondo con una collezione di abiti e completi facili da indossare, che potessero servire come capi di abbigliamento per tutti i giorni, ma con lo stile, la competenza artigianale e le stampe firmate Loretta Caponi: la nostra personale interpretazione dello stile country chic.
È stato un modo per fare un passo avanti pur onorando il nostro passato.
Come ci si sente a essere la terza generazione che lavora per Loretta Caponi?
Non lo considero un brand, quanto piuttosto una bottega di famiglia.
Siamo una piccola azienda a conduzione familiare che, per certi versi, non è cambiata molto dalla sua nascita.
Seguiamo le stesse tradizioni e tecniche di mia nonna e abbiamo a cuore la stessa artigianalità.
Per me Loretta Caponi è la mia famiglia.
Come descriverebbe la Resort Collection?
Come la primavera.
Da dove trae ispirazione per le stampe e i motivi di ogni capo e della biancheria per la tavola?
Abbiamo un enorme archivio di stampe e tessuti che vanno dal XIX secolo fino agli anni ’90 del Novecento, provenienti da tutta Europa, per cui tutte le nostre creazioni sono spesso ispirate a questi articoli.
Che cosa accomuna Loretta Caponi a ISSIMO?
Tantissimo.
Entrambi abbiamo un profondo amore per l’eccellenza, l’italianità e la creatività giocosa.
Loretta Caponi produce tutto nel raggio di 80 km da Firenze, lavorando solo con piccole aziende che conosciamo da decenni e puntando sul made in Italy.
Per molti versi, ISSIMO ha una filosofia simile: mettere in mostra talenti locali, curiosità e oggetti di design che abbiano un senso del luogo e una forte identità.
Non potremmo essere più felici di lavorare insieme.

LORETTA CAPONI
