Ho iniziato a viaggiare giovanissima, soprattutto negli Stati Uniti. Ho sempre avuto una convinzione molto chiara: un grande vino non basta produrlo, bisogna anche saperlo raccontare, farlo conoscere, creare un dialogo culturale attorno a ciò che rappresenta.
E sono molto fiera di aver portato il vino italiano sulla scena internazionale, come espressione di un territorio unico e di una tradizione secolare. In generale, quella del vino italiano di qualità è una lingua universale, che parla di autenticità e passione. Ho imparato che, quando c’è verità in ciò che si fa, il mondo sa ascoltare. E mai come oggi confermo la mia visione: il vino va raccontato, ma ancora di più il mondo del vino deve aprire le porte. La cultura del vino è strettamente legata a quella dell’ospitalità e noi italiani in questo non siamo secondi a nessuno.