- BY ISSIMO
- Novembre 29, 2023
Alla scoperta della tradizione dei presepi di Napoli
Perché questa città del Mezzogiorno è considerata la capitale dei presepi
Il Natale in Italia è sinonimo di molte cose: panettoni e pandori, lunghe feste che durano dalla vigilia di Natale a Capodanno, moltissimi piatti diversi che cambiano da regione a regione. E, naturalmente, i presepi.
Se sei mai stato in una chiesa, una casa o un Paese di religione cattolica durante le feste invernali, saprai già di cosa stiamo parlando: rappresentazioni della nascita di Gesù attraverso statuette, oggetti d’arte e talvolta anche persone reali, che vengono esposti con orgoglio dall’inizio di dicembre.
Si tratta di una tradizione molto sentita in tutto lo stivale, ma Napoli è la città simbolo di questa rappresentazione.
La città campana è infatti considerata la capitale mondiale del presepe, dopo che tra il XV e il XVIII secolo si è sviluppata una vera e propria attività artigianale specializzata.
I presepi napoletani vengono attualmente esposti nei musei e visitati da persone provenienti da tutto il mondo, e, nel tempo, si sono trasformati da semplice usanza stagionale a fenomeno culturale che dipinge le strade con tinte di fede, folklore , e arte napoletana, costituendo gran parte del tessuto culturale della città.
Ma come si è evoluta quest’arte e dove è possibile vederla oggi? Continua a leggere!
Una storia secolare
Il presepe, la rappresentazione della Natività, sia nella sua versione con le statuine, sia in quella “vivente”, insieme all’Adorazione dei Magi ad essa strettamente connessa, può essere fatta risalire a circa 1500 anni fa. Come il cristianesimo ha subito trasformazioni, anche questa tradizione si è adattata a nuove interpretazioni e significati nel corso del tempo.
Il termine presepe deriva da praesepire, un verbo latino che significa recintare o racchiudere e che riporta alla crèche (parola francese derivata dal latino cripia, ossia la culla) – l’elemento chiave che caratterizza tutti i presepi.
San Francesco d’Assisi è stato a lungo considerato il primo a introdurre questo concetto nel 1223: secondo i suoi seguaci, egli commemorò la nascita di Gesù allestendo una mangiatoia con fieno, un bue e un asino a Greccio, in Umbria, anche se in realtà non fu il primo a farlo. Le rappresentazioni visive dei primi giorni di vita di Gesù risalgono a un periodo precedente, tanto che una delle più antiche rappresentazioni conosciute dell’Adorazione dei Magi o dell’Epifania è una rappresentazione della fine del III o dell’inizio del IV secolo su un dipinto murale nelle Catacombe di Priscilla a Roma.
Con il passare del tempo, i presepi divennero sempre più popolari. Nel 1291, papa Niccolò IV ordinò l’installazione di un presepe permanente nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma e, quando arrivò il Rinascimento, il presepe era divenuto già da tempo un soggetto molto frequentato dagli artisti. Tutti i pittori, da Botticelli ad Andrea Mantegna e Fra Angelico, ma anche molti scultori, così come diversi artigiani che realizzavano le statuine in legno e argilla si ispirarono spesso a questo tema.
A metà del 1500 era possibile trovare presepi in tutta la penisola italiana, ma è a Napoli che si trovavano gli esempi più spettacolari. Alla fine del XV secolo, i fratelli Pietro e Giovanni Alemanno realizzarono delle sculture a grandezza naturale di figure religiose in pittura e foglia d’oro da esporre nelle cappelle locali. Qualche tempo dopo, nel 1530, san Gaetano Thiene presentò un presepe ligneo con personaggi vestiti come i napoletani dei suoi tempi.
Nel corso del XVIII secolo – epoca fiorente per i presepi napoletani sotto il patrocinio del re Carlo III – emerse un intrigante collegamento con l’epoca d’oro del teatro napoletano. I presepi, spesso realizzati in cartapesta, si trasformarono in vivaci produzioni teatrali, raffiguranti non solo le figure sacre ma anche l’intero panorama della vita napoletana dell’epoca.
Questa tradizione è tuttora presente, così come le tecniche di lavorazione delle figure dei presepi e dei pastori, che hanno subito alterazioni minime. Gli artigiani modellano i corpi in argilla o in legno di tiglio, utilizzando perni metallici per l’assemblaggio, terracotta per le teste, vetro soffiato per gli occhi e capelli veri per creare le parrucche. Secondo la scuola napoletana, i vestiti vengono realizzati con tessuti sfarzosi e gli accessori aggiuntivi, come la cera e gli elementi in cartapesta, contribuiscono a creare dettagli elaborati.
Anche l’arte di creare paesaggi, tra cui grotte, caverne e scenari urbani, rimane una tradizione riconosciuta e apprezzata. Alcuni di questi paesaggi realizzati in modo meticoloso sono sorprendentemente elaborati, con effetti di illuminazione e componenti meccanici che li fanno rivivere con il movimento o il suono. Altri sono semplicemente incantevoli, con mille dettagli e scenografie splendide e complesse.
In ogni caso, ciò che li rende veramente speciali è la loro capacità di trascendere la narrazione sacra, fondendo senza soluzione di continuità il divino con il quotidiano. Queste scene racchiudono l’essenza della vita e della cultura napoletana, catturando le sfumature dell’esistenza quotidiana. Le figure non sono statiche, ma dinamiche, e raccontano una storia che va oltre la natività e richiama il ricco panorama di Napoli.
Non c’è da stupirsi che siano protetti dall’UNESCO nell’ambito del programma per i Capolavori del Patrimonio orale e immateriale dell’umanità.
Presepi mozzafiato e dove trovarli
Una visita a Napoli per ammirare i presepi è davvero d’obbligo durante il periodo di Natale. Per i più belli, recati a San Gregorio Armeno, giustamente chiamato “Vicolo di Natale”, l’epicentro di questa tradizione secolare.
Questa vivace strada, costeggiata da botteghe artigiane, si anima durante le feste con abili maestri artigiani che realizzano minuziosamente presepi che sono vere e proprie opere d’arte. Dalle figure centrali di Maria, Giuseppe e Gesù Bambino fino al vivace sfondo di una Napoli in miniatura, con tanto di pastai, venditori di pizza e gente del posto impegnata nelle attività di tutti i giorni, i presepi di San Gregorio Armeno sono una testimonianza dell’intricata maestria e dell’attenzione ai dettagli che definisce l’arte napoletana..
Anche nelle chiese storiche di Napoli durante il periodo natalizio si possono ammirare grandiosi presepi, ognuno dei quali testimonia il profondo legame della città con il suo patrimonio religioso e artistico. Da non perdere San Lorenzo Maggiore, alla fine della via di San Gregorio Armeno, che ospita una piccola ma importante collezione di presepi napoletani realizzati per questa chiesa nel XVIII secolo, tutti in legno e terracotta policromati.
Anche una sala del chiostro del Complesso Monumentale di Santa Chiara contiene un’impressionante esposizione di presepi storici napoletani, così come il Palazzo Reale di Napoli, dove si trova un presepe monumentale che si ingrandisce ogni anno, poiché gli artigiani vi introducono regolarmente nuovi elementi.
Ma c’è di più.
Il Museo Nazionale di San Martino ospita la più imponente collezione di presepi napoletani al mondo, tra cui il presepe Cuciniello, che per molto tempo è stato ritenuto il più grande presepe del mondo. Realizzato dall’architetto napoletano Michele Cuciniello, risale al 1879 ed è rimasto immutato per oltre 100 anni (per trovare il presepe più grande del mondo bisogna andare a Manarola, in Liguria, dove un presepe a grandezza naturale del 1961 è entrato nel Guinness dei primati per i suoi oltre 300 personaggi collegati da sette chilometri di cavi elettrici).
Poi c’è il presepe barocco del Museo di Capodimonte e del Real Bosco, che riunisce tre diversi gruppi presepiali del XVIII secolo, poi uniti in un’unica scena; e il Presepe Favoloso della Basilica di Santa Maria della Sanità, opera dei fratelli Scuotto, storici maestri presepisti napoletani, con splendidi pastori e bellissime scenografie, che è stato donato e conservato qui dal 2021.
Vorresti portare a casa qualche statuetta? I prezzi vanno da qualche decina fino a un migliaio di euro e i migliori si trovano in via San Gregorio Armeno. Puoi provare presso i Fratelli Capuano (sono attivi dal 1840), Arte Ferrigno e Gambardella Pastori e Presepi.
Buona esplorazione!
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