Un rivoluzionario silenzioso
Michil Costa è un maestro dell’ospitalità. Un po’ filosofo, un po’ punk rock, il proprietario dell’Hotel La Perla Costa ha rivoluzionato l’ospitalità puntando sulle piccole cose, come il sorriso, la cultura e la tradizione locali e la sostenibilità responsabile. La voce ricca e profonda di Costa è ipnotica e la sua conversazione si spinge in direzioni e profondità inaspettate.
L’Alta Badia multiculturale
Nato e cresciuto in Alta Badia, una piccola comunità del Trentino Alto Adige in cui si sovrappongono le culture italiana, tedesca e ladina, Costa è cresciuto in una famiglia multilingue di albergatori. I suoi genitori, Ernesto e Anni Costa, che parlavano ladino, italiano e tedesco, costruirono La Perla nel 1956 di fronte alla casa di famiglia, una struttura del XV secolo. È proprio questo senso di casa che guida Costa in ogni aspetto di ciò che fa.
Ospitalità punk rock
A dire il vero, nei sogni di Costa c’era meno hotel e più punk rock. Il sogno di essere Sid Vicious lo ha portato fino a Londra all’inizio degli anni ’80, ma il sogno è stato subito accantonato quando Costa si è reso conto di non avere la spinta musicale necessaria: è quindi tornato a Corvara e si è buttato a capofitto nell’azienda di famiglia, e ora supervisiona tre hotel, cinque ristoranti e una fondazione di famiglia.
Casa è dove ti senti a casa
Il senso di casa è proprio quello che si respira a La Perla, grazie a un team di 160 persone sempre sorridenti e che si conoscono tutte per nome. Costa incoraggia il suo team a essere un’unica comunità che condivide passioni, background, competenze e filosofie. “Soprattutto oggi, gli ospiti hanno bisogno di vicinanza, di sentirsi parte di una casa”, commenta Costa, che spiega che tirare fuori il meglio dalle persone, dal suo team, è la chiave per farle sentire a casa.
“Sono dell’idea che gli ospiti si sentano a casa anche perché a volte le scelte che facciamo sono radicali”, dice Costa. Da qualche anno, gli ospiti che lasciano la propria auto in deposito presso l’hotel [e che quindi non la guidano per tutta la durata del soggiorno] vengono accolti al ritorno con l’auto impacchettata come un regalo con un fiocco verde. Allo stesso modo, a La Perla non si servono aragoste, né frutti di bosco in inverno, né prosecco, perché la loro produzione favorisce l’inquinamento.
Fuori da casa, Costa si dedica con devozione alla comunità ladina locale, una micro-popolazione storica di circa 40.000 persone con una lingua e tradizioni uniche. Oltre a indossare ogni giorno il trachten (il costume tradizionale), Costa è stato presidente dell’associazione della comunità ladina locale, promuovendo la cultura ladina, e per anni è stato presidente della Maratona dles Dolomites, una gara ciclistica su strada di 136 chilometri che si tiene ogni anno la prima domenica di luglio. Ed è proprio grazie alla maratona che Costa ha creato la Costa Family Foundation, che sostiene il Tibetan Children’s Village in India, oltre a progetti in Togo e Uganda. Dopo il successo nazionale e finanziario della maratona, Costa e la comunità hanno voluto fare un passo avanti. Costa si è recato in India e ha incontrato Jetsun Pema, la sorella del Dalai Lama, che lo ha ispirato a creare una fondazione i cui principi sono dignità umana, solidarietà, sostenibilità ecologica, partecipazione e trasparenza.
Sulla scena globale, partecipa attivamente a Economy for the Common Good, un movimento sociale che si batte per “una vita migliore per tutti su un pianeta sano” con un modello economico alternativo. E poi lungo il suo percorso Costa ha creato una fondazione. Instancabile, positivo e determinato, Costa arriva in profondità.
Che cos’è l’ospitalità nel 21° secolo?
L’ospitalità, l’accoglienza è più vicina all’autenticità. Arriva dai greci, non l’abbiamo inventata noi. Dobbiamo essere radicali, cioè andare alla radix, alla radice delle cose. Essere un albergatore non è solo un viaggio nell’ospitalità, è un viaggio nella radice dell’umanità. Essere autenticamente un albergatore significa non fermarsi mai nella costante ricerca del giusto.
Lei porta un senso di comunità in tutto ciò che fa, che si tratti di La Perla, della maratona, della fondazione Costa Family, dell’Economy for Common Good…
Comunità è una parola intima. È l’unione di intenti, fare le cose insieme per raggiungere un obiettivo. Non sono un filosofo. Sono una persona che cerca di farsi domande sulle cose che verranno.
Fondazioni, alberghi, ristoranti. Come fa ad avere tempo per tutto?
Non credo che sia difficile da fare. Credo sia una questione di priorità. Pensateci, ci sono persone che amano stare su Facebook e [altre] sulle montagne. Vado in montagna tutti i giorni, almeno una-due ore. La montagna mi dà l’idea del limite, la amo.
Viviamo l’hotel. L’hotel è casa mia, e così è per chiunque entri.
L’Hotel La Perla è la perla della Sella Ronda, una rete di quattro valli, 200 impianti di risalita e 500 km di piste che circondano il Monte Sella. L’hotel ski-in, ski out dotato di 54 camere, deliziosamente accogliente, è caratterizzato da un vero stile tirolese con boiserie alpina, tappeti di lana esotica e ceramiche decorative. Costruito nel 1956, La Perla conserva il suo affascinante patrimonio ladino in un paesaggio da favola. E la vista? Una vista mozzafiato in prima fila sulle cime delle Dolomiti.
In loco sono presenti cinque ristoranti, tra cui lo stellato La Stua de Michil, e il punto di ristoro per l’apres ski L’Murin, ma la vera star è la Cantina Mahatma Wine, con oltre 28.000 bottiglie (la più grande collezione privata di Sassicaia): un’avventura di colori, arte e musica.
Situato a Corvara (Alta Badia), l’Hotel la Perla è facilmente raggiungibile, a sole 3 ore di auto dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, a 5 ore di auto dall’aeroporto di Milano Malpensa o a 90 minuti di auto da Bolzano.